Felice Massaro

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Quanto alla benevolenza che altri mostrano verso di noi, il primo nostro dovere è che più si dia a chi più ci ama; ma questa benevolenza, non dobbiamo giudicarla, come fanno i giovinetti, da uno slancio d’affetto, ma piuttosto dalla sua stabilità e saldezza.

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Invero, un animo forte e grande, in un uomo non perfetto e non saggio, è per lo più troppo fervido; quelle virtù, invece, sembrano convenir piuttosto al comune uomo dabbene.  E questo valga per ciò che riguarda il carattere.

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E poiché si vive non assieme ad uomini perfetti e del tutto saggi, ma con gente in cui è già molto se c’è un’ombra di virtù, bisogna anche persuadersi (io credo) che non si debbba assolutamente trascurare nessuno, da cui trasparisca un qualche indizio di virtù.

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Terza cautela da osservare è che, nella beneficenza, si faccia un’avveduta scelta dei meriti; bisogna, cioè, considerare bene il carattere della persona che si vuol beneficare, la disposizione dell’animo suo verso di noi, i rapporti sociali che tra noi intercedono e, infine, i servigi che essa ci ha resi.

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In secondo luogo, peccano di cupidigia, in quanto tale generosità implica per lo più la bramosia di rapire e di sottrarre illegalmente per aver modo e agio di fare elargizioni; in terzo luogo, peccano d’ambizione: infatti, la maggior parte di costoro, non tanto per naturale generosità, quanto per prepotente vanagloria, pur di apparire benefici, fanno molte cose che sembrano scaturire...

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La seconda cautela da usarsi è, come s’è detto, che la generosità non superi le nostre forze.  Coloro che vogliono essere più generosi di quel che le loro sostanze consentono, peccano, in primo luogo, d’ingiustizia verso i loro più stretti congiunti, trasferendo ad estranei quelle ricchezze che sarebbe più giusto donare o lasciare ad essi.

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Si cerchi dunque di usare quella generosità che giova agli amici e non nuoce ad alcuno.  Perciò l’atto con cui Lucio Silla e Gaio Cesare tolsero ai legittimi proprietari i loro beni per trasferirli ad altri, non deve sembrar generoso: non c’è generosità dove non è giustizia.