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108. Molta grazia era in L. Crasso e in L. Filippo; maggiore, e in gran parte cercata, in L. Cesare di Lucio. Al contrario, nei loro contemporanei M. Scaltro e M. Druso, sebben giovane, singolare gravità; molta festevolezza in C. Lelio; nel suo amico Scip , mentre maggiore era l’ambizione e più serio il comportamento del suo amico Scipione. Sappiamo...

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109. Poi ve ne sono, da questi molto diversi, d’animo schietto ed aperto, aborrenti dai sotterfugi e dagli agguati, amici della verità, nemici della frode: ed altri, i quali sosterrebbero qualunque travaglio, servirebbero a chiunque, pur di giungere al proprio intento, come vedevamo fare a Silla e a Marco Crasso. Per questo rispetto lo spartano Lisandro, uomo molto scaltro e...

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Anzi, se un uomo è per temperamento alquanto incline ai piaceri, purché non sia della razza dei bruti (alcuni sono uomini non di fatto, ma di nome); solo che egli sia d’animo un po’ elevato, per quanto dominato dal piacere, nasconde e dissimula, per un senso di pudore, codesta sua bramosia. 

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Da ciò si comprende che il piacere dei sensi non è troppo degno dell’ uomo nobile e che, anzi, conviene disprezzarlo e respingerlo; se c’è però qualcuno che conceda qualche cosa al piacere, ponga ogni cura nell’usarne con sapiente moderazione.

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Anche nei divertimenti dobbiamo osservare una certa misura, per non prorompere in eccessi e, inebriati dal piacere, scivolare in qualche sconcezza.  Offrono esempi di onesti divertimenti il nostro Campo di Marte e gli esercizi della caccia.

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Questi non sentono altro che il piacere dei sensi, e ad esso son trascinati da cieco impeto;  invece la mente dell’uomo trova il suo alimento nell’imparare e nel meditare: essa o cerca o fa sempre qualche cosa, ed è guidata dalla gioia del vedere e dell’udire.

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Ci sono, insomma, due specie di scherzi: l’uno volgare, aggressivo, scandaloso, turpe; l’altro elegante, garbato, ingegnoso, fine. Di questa seconda specie son pieni non solo il nostro Plauto e l’antica commedia degli Attici ma anche i libri dei filosofi socratici.

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E’ facile, dunque, distinguere lo scherzo nobile dal volgare.  L’uno è degno anche dell’uomo più austero, se è fatto a tempo debito, come, per esempio, quando lo spirito si allenta; l’altro non è neppure degno di un uomo libero, se all’indecenza dei pensieri si aggiunge l’oscenità delle parole.